Scapole alate … sei sicuro che sia il tuo caso?

Quando, descrivendo l’aspetto esteriore di una persona, possiamo aggiungere “spalle larghe” ci viene subito in mente: “figo”, “palestrato”, “muscoloso” e ci immaginiamo una specie di statua greca dal bel portamento. E anche per le donne avere le spalle larghe è sinonimo di allenamento, salute, sicurezza di sè. Sicuramente nessuno di noi associa la bellezza alle scapole sporgenti e in vista. Alate, come vengono chiamate di solito. Cioè con il bordo mediale o l’angolo in basso molto in vista. Un po’ come se fossero delle piccole ali poggiate sulla schiena. Spesso, con tono dispregiativo, anche chiamate “ali di pollo”.

Oggi vediamo se è un problema o meno avere le scapole alate, cerchiamo di capire da cosa dipendono e come fare per correggerle.
Andiamo con ordine!
Spalle e scapole non sono la stessa cosa!
L’articolazione della spalla è una cosa. L’articolazione che si forma tra scapola e dorso un’altra. E, di solito, la salute delle spalle dipende da una buona postura delle scapole, che fungono loro da base.
Allenare le spalle, quindi, non è sufficiente per correggere la questione scapole alate. Per affrontare questa problematica bisognerà allenare quei muscoli che tengono la scapola ben aderente alla gabbia toracica durante i vari movimenti del braccio. Grandentato, sottoscapolare, romboidi e fasci medi del trapezio, per citare i principali.
Alle volte, però, anche il potenziamento sembra non bastare! Come mai?
La postura corretta delle scapole
Guardando una persona da dietro, le scapole dovrebbero sembrare due piccoli triangoli, con il lato interno parallelo alla colonna vertebrale, distante da quest’ultima all’incirca di un palmo (in proporzione all’ampiezza del torace e quindi alla statura del soggetto), ben appoggiate alla gabbia toracica. Si considerano ben appoggiate se, guardando la persona dall’alto, le scapole formano un angolo di 30° con il piano frontale .

Se guardiamo la persona lateralmente, la scapola dovrebbe essere verticale, come una scogliera. Se invece si posiziona più inclinata in avanti, come se fosse la tegola di un tetto, c’è qualcosa che non va!
Può succedere che le scapole siano posizionate correttamente e risultino ugualmente sporgenti?
Scapole alate o dorso piatto?
Se misurando dall’alto (come illustrato dalla foto), le scapole risultano posizionate correttamente, ma rimangono molto evidenti nella parte bassa e sul bordo mediale, allora è la colonna vertebrale a trovarsi nella posizione scorretta a livello del dorso.
Se la colonna non forma la giusta cifosi dorsale, anche le costole, che si spostano di conseguenza, essendo articolate alle vertebre, non si troveranno nella posizione corretta. Le scapole quindi non avranno fisicamente una base su cui appoggiarsi e risulteranno “appese nel vuoto”. In questi casi è facile che tra la scapola e la gabbia toracica si riesca addirittura a passare con un dito!

In questo caso, prima di potenziare i muscoli stabilizzatori della scapola, bisognerà lavorare a livello posturale per ripristinare la corretta posizione del dorso.
Come capire da cosa cominciare?
L’unico modo per capire quale dei due casi appena descritti rappresenti la tua situazione è fare un’analisi posturale. Puoi provarci da solo, con l’aiuto di uno specchio a figura intera o aiutandoti con le foto che puoi scattare direttamente dal tuo cellulare. Altrimenti puoi contattare le nostre Persona Trainer, che ti aiuteranno a fare il punto della situazione e ti prepareranno ad affrontare gli allenamenti più indicati in totale sicurezza.
Se anche tu vuoi migliorare la tua postura per riscoprire il piacere di muoverti, contatta le nostre Personal Trainer e costruisci con loro il percorso più adatto alle tue esigenze!
