Come applicare in palestra la scienza della morfologia umana – parte 5 – il soggetto endomorfo
Continuiamo il nostro viaggio alla scoperta della nostra biotipologia, analizzando, una per volta, le varie possibilità.
Se hai fatto il test che ti abbiamo proposto nel precedente articolo, hai già individuato quale è la tua biotipologia prevalente. Ti ricordiamo, ancora una volta, che è quasi impossibile che tu corrisponda al 100% ad un unico profilo. Ed è proprio il combinarsi di differenti percentuali di una biotipologia o di un’altra che ci rende diversi gli uni dagli altri. La descrizione che leggi in questo articolo è frutto di una semplificazione e si riferisce ad una biotipologia pura (100% endomorfa in questo caso). Questo per poterti dare delle linee guida abbastanza generiche, che sono la base per poi personalizzare ancora di più i tuoi allenamenti e i tuoi pasti, magari con l’aiuto di un professionista esperto di quel settore.
Fatte le dovute premesse, andiamo a scoprire la biotipologia di cui ci occupiamo in questo articolo: il soggetto endomorfo!
Il soggetto endomorfo
Se ti sei scoperto un soggetto endomorfo, significa che, durante il tuo sviluppo, il foglietto embrionale che si è sviluppato maggiormente è stato quello endoblastico, che si occupa di generare l’apparato digerente, le mucose dell’apparto respiratorio e diverse ghiandole, come le tonsille, la tiroide e il timo.
Allenamento e attività fisica
Il tuo fisico è tendenzialmente soggetto al ristagno di liquidi (predisposizione alle gambe gonfie, alla cellulite, ecc), quindi nel tuo caso la contrazione muscolare è importantissima, perchè funge da motore del circolo linfatico. Abbina sempre una parte di lavoro cardiovascolare per migliorare la circolazione (quindi a FC compresa tra il 55% e il 65% di FCmax) ad un lavoro di tonificazione indirizzato alla forza pura. Un lavoro di tonificazione, ma di tipo lattacido, intaserebbe ancora di più la circolazione, perchè, oltre a drenare i liquidi normalmente presenti nei tessuti, dovresti prima portare via anche tutto l’acido lattico prodotto, affaticando ancora di più il sistema. Per migliorare la funzione circolatoria, soprattutto venosa e linfatica, è importantissimo il lavoro posturale sulla gamba e sul piede, per riequilibrare gli appoggi e stimolare “il secondo cuore”.
Da un punto di vista funzionale, un buon allenamento della parte alta, ti aiuta a ridurre visivamente la differenza tra il diametro delle spalle e quello delle anche, facendo sembrare il bacino più stretto e armonizzando le proporzioni.
Infine, non dimenticare di allenare in maniera specifica la respirazione! La gabbia toracica dell’endomorfo, di solito, è piccolina e ha bisogno che ci prendiamo cura di lei, irrobustendola a dovere! E il miglior modo per lavorare su questo distretto è sicuramente la ginnastica respiratoria. Inoltre, la fase di massimo ritorno linfatico verso il centro del corpo avviene durante la massima inspirazione. Quindi, più i respiri sono profondi, più mobilizziamo la linfa ed evitiamo i ristagni.
Altri consigli utili
- Cura quello che viene prima e dopo l’allenamento vero e proprio: scaldati sempre bene prima di cominciare e dedica il giusto tempo al recupero tra una seduta e l’altra. Non sei particolarmente predisposto per gli sforzi intensi, quindi è importante non strafare, ma puntare piuttosto sulla continuità!
- Alla fine di ogni allenamento regalati 5/10 minuti in prima squadra Mezieres: questa postura ti permette di allungare tutta la muscolatura della catena posteriore, riallineare l’arto inferiore a livello globale (caviglia, ginocchio e anca) tenendolo contemporaneamente in una posizione che facilita il ritorno venoso e permette di concentrarsi bene sulla respirazione diaframmatica.
- Allenati sempre a piedi nudi per stimolare al massimo la soletta venosa del piede.
Alimentazione
Il tuo intestino è più lungo della media, quindi assimili facilmente tutto quello che introduci. E’ quindi importantissimo curare anche la qualità della tua alimentazione, oltre che le quantità di quello che mangi. Fai attenzione ai cibi che facilitano l’imbibimento dei tessuti, come le farine raffinate, gli zuccheri e il sale. Questo soprattutto la sera, cioè nel momento della giornata in cui ti muovi di meno e il metabolismo si abbassa. Un occhio di riguardo va anche e a quanto può contribuire ad una infiammazione generale dell’organismo, come i latticini e i cibi particolarmente raffinati.
Una semplice modifica che puoi fare subito consiste nel sostituire la quota giornaliera di carboidrati derivante dalla farina con una equivalente di cereali in chiccho. Ad esempio, invece di pane, focacce, craker o pasta, scegli riso, orzo, farro, grano, o cereali.
Tra tutte le biotipologie la tua è senza dubbio quella che più deve avere un occhio di riguardo all’alimentazione. La scelta migliore è sempre quella di chiedere aiuto a un professionista e impostare con lui un regime alimentare personalizzato da poter mantenere nel tempo.
E quindi?
Se tutte queste informazioni ti sembrano difficili da gestire in autonomia, ma vuoi riscoprire il piacere di mantenerti attivo rispettando la tua biotipologia, contatta le nostre Personal Trainer e costruisci con loro il percorso più adatto alle tue esigenze!
Tag: alimentazione, allenamento personalizzato, biotipologia, endomorfo, metabolismo
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